Valutazione sperimentale (o studio controllato randomizzato)
La valutazione sperimentale si basa sull’utilizzo di un gruppo di controllo costruito mediante sorteggio. Data una platea di soggetti coinvolgibili dall’intervento, un gruppo di questi, selezionati con una procedura casuale, ne viene escluso. In questo modo si costruiscono due gruppi, quello sperimentale (formato dai soggetti che saranno trattati) e quello di controllo (formato dagli esclusi), che avranno caratteristiche iniziali equivalenti. L’effetto medio della politica sulla condizione Y può essere stimato agevolmente confrontando il valore medio di Y dei due gruppi.
In caso di obbedienza imperfetta (partial compliance), cioè quando i soggetti non rispettano l’assegnazione ai gruppi, è necessario correggere la stima, tenendo conto di quanti soggetti hanno effettivamente obbedito all’assegnazione casuale. La correzione, riconducibile al metodo di stima delle c.d. variabili strumentali, consente di ottenere stime consistenti ma di interpretabilità più limitata.
La valutazione sperimentale è il metodo più solido in assoluto per stimare gli effetti di una politica. Il suo utilizzo è spesso costoso e impegnativo dal punto di vista della gestione, e non di rado il suo utilizzo è osteggiato per questioni di natura etica, politica, legale. Il suo utilizzo è più frequente nel caso degli interventi pilota (cioè sperimentazioni di interventi su scala ridotta).