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Il sostegno pubblico per l’affitto migliora il benessere delle famiglie?

Carlson D., Haveman R., Kaplan T., Wolfe B. (2011), Long-Term Effects of Public Low-Income Housing Vouchers on Work, Earnings, and Neighborhood Quality, La Follette School, Working Paper No. 2008-013.

Le politiche abitative sono destinate a rispondere a svariate forme di disagio abitativo a carico dei nuclei familiari meno abbienti. Secondo uno studio condotto nel Wisconsin nel 2011 la percezione degli incentivi determina una maggiore propensione a cambiare residenza, mediamente verso quartieri migliori (scolarità più elevata, tassi di povertà e di disoccupazione inferiori).

Incentivare il trasloco in aree urbane non degradate riduce l’esclusione sociale dei giovani?

Gennetian A. et al. (2012), The long-term effects of Moving to Opportunity on youth outcomes, Cityscape: A Journal of Policy Development and Research, vol. 14, n.2.

Per contrastare le influenze ambientali si possono incentivare le famiglie a vivere in aree non degradate, dove migliori sono le opportunità e minori le minacce e gli esempi negativi. Il progetto Moving to Opportunity, realizzato negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni 90, fornisce un sostanzioso sostegno per le spese di locazione alle famiglie povere che decidono di traslocare dalle case popolari dei quartieri più degradati ad abitazioni private in altri quartieri. Il sostegno incentiva le famiglie a spostarsi, ma l’effetto sulle condizioni di vita, anche nel lungo periodo, si limita spesso al livello psicologico.

L’arresto d’ufficio è un deterrente alle violenze domestiche?

Sherman L.W., Berk R.A. (1984), The Minneapolis Domestic Violence Experiment, Police Foundation Reports, n. 1.

La violenza domestica è un fenomeno che coinvolge una parte consistente della popolazione femminile. Un’esperienza americana mostra che l’arresto d’ufficio funge da forte deterrente per agli aggressori, riducendo sensibilmente il rischio che essi maltrattino nuovamente il loro partner.

Favorire il trasloco in aree urbane non degradate può ridurre la criminalità tra i giovani adolescenti?

Ludwig J., Duncan G.J. e Hirschfield P. (2001), Urban poverty and juvenile crime: evidence from a randomized housing-mobility experiment, Quarterly Journal of Economics. Autore della scheda: Luca Scolfaro (ASVAPP).

Il maggiore livello di povertà e una struttura sociale carente si accompagnano inoltre a un innalzamento del livello di criminalità. Un progetto statunitense cerca di combattere questi condizionamenti favorendo, attraverso sostegni alla locazione, il trasloco di alcune famiglie in aree urbane meno degradate.

Conviene ricorrere alla telesalute per migliorare le condizioni dei malati cronici?

Henderson C. Et Al. (2013), Cost Effectiveness Of Telehealth For Patients With Long Term Conditions (Whole Systems Demonstrator Telehealth Questionnaire Study): Nested Economic Evaluation In A Pragmatic, Cluster Randomised Controlled Trial, British Medicine Journal, N.346.

Queste patologie interessano una quota rilevante di persone, soprattutto in età avanzata, e il progressivo invecchiamento della popolazione ne prospetta un continuo aumento del peso. Un esperimento pilota nel Regno Unito mostra che un servizio di telesalute può ridurre considerevolmente i decessi e l’uso di altri servizi medici. La differenza tra risorse investite e benefici economici è però negativa, e l’entità dei miglioramenti di salute prodotti solleva dubbi sull’opportunità di sostenerne i costi.

Classi meno numerose nelle scuole primarie migliorano il rendimento scolastico?

Boyd-Zaharias J. (1999), Project STAR – The story of the Tennessee class-size study, American Federation of Teachers, American Educator

Le politiche per favorire il successo scolastico si concentrano su una moltitudine di aspetti differenti, uno dei quali è il fattore ambientale. Un progetto realizzato nelle scuole primarie degli Stati Uniti tra il 1985 e il 1989, che consiste nell’adozione di classi con non più di 17 alunni, ha mostrato risultati positivi sui livelli di apprendimento negli anni successivi, e un parziale effetto positivo anche negli esiti scolastici di lungo periodo.

Si può ridurre il bullismo a scuola stimolando una reazione nei pari?

Salmivalli C. et al. (2012), KiVa Antibullying Program: Overview of Evaluation Studies Based on a Randomized Controlled Trial and National Rollout in Finland, International Journal of Conflict an Violence, vol.6, n.2

Il bullismo è un fenomeno diffuso tra i giovani che consiste nell’esercizio reiterato di violenza fisica o psicologica da parte di alcuni soggetti “forti” su altri soggetti “deboli”. Il programma KiVa, testato nelle scuole finlandesi, mira a contenere gli episodi di bullismo stimolando nei pari un maggiore sostegno alle vittime e un maggiore contrasto ai bulli. I risultati della sperimentazione sono molto positivi, in particolare nelle scuole elementari.

Insegnare l’imprenditorialità: funziona con i bambini?

Huber L.R., Sloof R., van Praag M. (2014), The effect of early entrepreneurship education: evidence from a field experiment, European Economic Review, vol. 72

Per migliorare l’attitudine imprenditoriale delle persone si può cominciare a intervenire in giovane età. Un programma con tale scopo prevede la realizzazione brevi percorsi nelle scuole durante i quali gruppi di studenti simulano la realizzazione di un’attività imprenditoriale. Un’analisi realizzata in Olanda mostra che questo tipo di intervento aumenta le capacità e le conoscenze dei bambini coinvolti, anche se tende a ridurne il desiderio di essere un giorno imprenditori.

Un voucher può incentivare i cittadini adulti a frequentare corsi di formazione?

Messner D., Wolter S. C. (2009), Money matters: evidence from a large scale randomized field experiment with vouchers for adult training, IZA DP No. 4017

Per stimolare la fruizione della formazione anche da parte dei cittadini adulti sono stati messi a disposizione in Svizzera dei voucher individuali di differente valore. Uno studio mostra che i voucher sono strumenti efficaci nell’incentivare il ricorso degli adulti alla formazione, soprattutto dei meno istruiti. Si tratta tuttavia di uno strumento inutile nel caso in cui l’entità del contributo sia minima.

Può un servizio di tutoraggio aiutare gli studenti a completare l’iscrizione all’università?

Castleman, B.I., Page, L.C., & Schooley, K. (2014), The forgotten summer: does the offer of college counseling after high school mitigate summer melt among college-intending, low-income high school graduates?, Journal of Policy Analysis and Management, 33(2), 320–344.

Tra i motivi che possono portare uno studente (in particolare se a basso reddito) a non iscriversi all’università, vi è l’assenza di una capacità di gestire con i mezzi a disposizione le questioni pratiche connesse all’iscrizione. Un esperimento mostra che un servizio di tutoraggio estivo individuale può aumentare la propensione a completare l’immatricolazione, con un effetto che cresce al crescere della condizione di bisogno.