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Il gioco collaborativo assistito dal computer facilita l’apprendimento nelle scuole elementari?

Han-Yu Sung, Gwo-Jen Hwang (2013), A collaborative game-based learning approach to improving students’ learning performance in science courses, Computers & Education, n.63

Per migliorare e supportare la motivazione e l’apprendimento degli studenti, può essere sfruttata anche la familiarità all’utilizzo del computer dei bambini in età scolare. Un esperimento condotto a Taiwan ha evidenziato come l’utilizzo di determinate tipologie di giochi informatici faciliti l’apprendimento nelle scuole elementari.

Una campagna informativa aiuta a intervenire sugli ictus con maggiore tempestività?

Müller-Nordhorn J. et al. (2009), Population-based intervention to reduce prehospital delays in patients with cerebrovascular events, Archives of Internal Medicine, 169 (16)

Un ictus ha spesso conseguenze drammatiche, che in molti casi potrebbero essere contenute intervenendo con tempestività sulla persona colpita. Un’esperienza tedesca mostra come una campagna informativa che prevede l’invio postale di informazioni chiare e sintetiche su come riconoscere l’ictus e cosa fare nel caso si presentino i sintomi, possa ridurre sensibilmente i tempi di arrivo all’ospedale.

Una massiccia campagna mediatica sull’ictus può cambiare l’uso dei servizi sanitari?

Mellon et al. (2013), Can a media campaign change health service use in a population with stroke symptoms? Examination of the first Irish stroke awareness campaign. Emergency Medicine Journal 31(7)

Riconoscere i sintomi dell’ictus e ricorrere tempestivamente ai soccorsi può ridurre significativamente l’incidenza delle conseguenze da esso provocate. Uno studio condotto in Irlanda mostra come una massiccia campagna mediatica, volta ad informare i cittadini sui principali sintomi dell’ictus e realizzata in più tempi attraverso ripetuti passaggi televisivi e radiofonici, incide poco sui comportamenti che essi tengono in situazione di emergenza.

Attività di gioco organizzato durante l’intervallo aiutano a ridurre il bullismo a scuola?

Bleeker M. et al. (2012). Findings from a randomized experiment of Playworks: Selected results from cohort 1. Report prepared for the Robert Wood Johnson Foundation by Mathematica Policy Research and Stanford University's John W. Gardner Center for Youth

Per contrastare il bullismo è stato implementato negli Stati Uniti il programma Playworks, il cui fulcro è la figura del coach che organizza attività di gioco strutturato durante la ricreazione e supporta l’insegnante durante le lezioni. Al termine del primo anno di implementazione Playworks ha mostrato un effetto positivo sulla percezione del clima scolastico da parte di insegnanti e dirigenti, mentre non ha avuto effetto dal pinto di vista degli studenti.

Un servizio di orientamento può modificare le aspettative degli studenti rispetto all’università?

Oreopoulos P., Dunn R. (2012), Information and college access: Evidence from a randomized field experiment, NBER Working Paper n. 18551

La prospettiva di non andare all’università può essere frutto di una scarsa conoscenza di ciò che comporta l’iscrizione, anche in termini economici e di ritorno dell’investimento. Un intervento realizzato in Canada, che consiste nel fornire informazioni sui costi universitari, le forme di sostegno finaziario e sui potenziali ritorni economici si è rivelato in grado di incidere notevolmente sulle aspetattive degli studenti, sopratuttto su quelle dei più indecisi.

La qualità didattica dell’e-learning è pari a quella dei corsi frontali?

Bowen et al. (2014), Interactive Learning Online at Public Universities: Evidence from a Six-Campus Randomized Trial, Journal of Policy Analysis and Management, Vol. 33, n.1

Dovendo gestire i corsi universitari a fronte di un aumento della proporzione tra numero di studenti e risorse disponibili si può incidere sui costi ricorrendo in luogo della didattica tradizionale all’e-learning. Un’esperienza di adozione di corsi ibridi (e-learning in piccola parte supportato dal docente) in sei università americane per l’insegmamento della statistica mostra che i risultati didattici sono sostanzialmente gli stessi dei corsi ordinari.

Un incentivo può spingere le imprese a stabilizzare i contratti dei lavoratori temporanei?

Ciani E., De Blasio G. (2015), Getting stable: an evaluation of the incentives for permanents contracts in Italy, IZA Journal of European Labor Studies, vol. 4, n.6

Gli incentivi alla stabilizzazione (contributi una tantum per stabilizzare rapporti di lavoro precari) sono una delle misure adottate per contrastare il fenomeno del lavoro precario. Una valutazione (sul Veneto) del sistema nazionale di incentivi previsti dal decreto del 05/10/2012 (12.000€ ogni stabilizzazione), stima un effetto positivo degli incentivi: con essi la propensione delle imprese a stabilizzare i contratti dei propri dipendenti raddoppia.

Le borse di studio favoriscono l’iscrizione all’università degli studenti a basso reddito?

Covizzi I., Vergolini L., Zanini N. (2010), Gli effetti degli incentivi monetari a favore degli studenti universitari: una valutazione d’impatto, IRVAPP PR, 2010-05

Il problema dello scarso accesso all’istruzione universitaria si accompagna in Italia a quello dell’equità. Per favorire la decisione delle famiglie a basso reddito di investire nell’istruzione terziaria dei propri figli, è stata sperimentata in Trentino una forma di incentivi rivolti a studenti residenti sul territorio che abbiano buone performance scolastiche e bassi redditi. Una valutazione di impatto della misura evidenzia come tali borse abbiano un effetto nullo.

La formazione professionale riesce a favorire l’inserimento lavorativo dei disoccupati?

IRPET (2011), Valutazione di impatto degli interventi formativi per i disoccupati e gli inoccupati. Il caso della Toscana, Studi per il Consiglio, n. 7

Una delle cause della condizione di disoccupazione può essere ricondotta alla carenza di competenze professionali. Gli interventi di formazione professionale mirano a rafforzare i disoccupati su questo versante e permettono di accedere a nuovi canali per individuare opportunità lavorative. Uno studio sui corsi svolti in Toscana stima un effetto positivo sulla probabilità di occupazione successiva, soprattutto per chi è in cerca di primo impiego.

Può uno scambio di esperienze tra studenti aiutare l’inserimento delle matricole con più difficoltà?

Stephens N.M., Hamedani M.G., Destin M. (2014), Closing the social-class achievement gap: A difference-education intervention improves first-generation students’ academic performance and all students’ college transition. Psychological Science, 25(4)

Durante l’inserimento all’università uno studente può essere penalizzato dal fatto di avere genitori non laureati, quindi non in grado di fornire un supporto informativo e trasmettere un bagaglio di esperienze utili. L’organizzazione a inizio anno di un breve incontro di gruppo, durante il quale ex-matricole in condizioni simili condividono gli specifici problemi affrontati e le possibili soluzioni, sembra migliorare sensibilmente le condizioni degli studenti in difficoltà.