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Insegnare l’imprenditorialità: funziona con i bambini?
Huber L.R., Sloof R., van Praag M. (2014), The effect of early entrepreneurship education: evidence from a field experiment, European Economic Review, vol. 72
Per migliorare l’attitudine imprenditoriale delle persone si può cominciare a intervenire in giovane età. Un programma con tale scopo prevede la realizzazione brevi percorsi nelle scuole durante i quali gruppi di studenti simulano la realizzazione di un’attività imprenditoriale. Un’analisi realizzata in Olanda mostra che questo tipo di intervento aumenta le capacità e le conoscenze dei bambini coinvolti, anche se tende a ridurne il desiderio di essere un giorno imprenditori.
Un voucher può incentivare i cittadini adulti a frequentare corsi di formazione?
Messner D., Wolter S. C. (2009), Money matters: evidence from a large scale randomized field experiment with vouchers for adult training, IZA DP No. 4017
Per stimolare la fruizione della formazione anche da parte dei cittadini adulti sono stati messi a disposizione in Svizzera dei voucher individuali di differente valore. Uno studio mostra che i voucher sono strumenti efficaci nell’incentivare il ricorso degli adulti alla formazione, soprattutto dei meno istruiti. Si tratta tuttavia di uno strumento inutile nel caso in cui l’entità del contributo sia minima.
Può un servizio di tutoraggio aiutare gli studenti a completare l’iscrizione all’università?
Castleman, B.I., Page, L.C., & Schooley, K. (2014), The forgotten summer: does the offer of college counseling after high school mitigate summer melt among college-intending, low-income high school graduates?, Journal of Policy Analysis and Management, 33(2), 320–344.
Tra i motivi che possono portare uno studente (in particolare se a basso reddito) a non iscriversi all’università, vi è l’assenza di una capacità di gestire con i mezzi a disposizione le questioni pratiche connesse all’iscrizione. Un esperimento mostra che un servizio di tutoraggio estivo individuale può aumentare la propensione a completare l’immatricolazione, con un effetto che cresce al crescere della condizione di bisogno.
Il gioco collaborativo assistito dal computer facilita l’apprendimento nelle scuole elementari?
Han-Yu Sung, Gwo-Jen Hwang (2013), A collaborative game-based learning approach to improving students’ learning performance in science courses, Computers & Education, n.63
Per migliorare e supportare la motivazione e l’apprendimento degli studenti, può essere sfruttata anche la familiarità all’utilizzo del computer dei bambini in età scolare. Un esperimento condotto a Taiwan ha evidenziato come l’utilizzo di determinate tipologie di giochi informatici faciliti l’apprendimento nelle scuole elementari.
Una campagna informativa aiuta a intervenire sugli ictus con maggiore tempestività?
Müller-Nordhorn J. et al. (2009), Population-based intervention to reduce prehospital delays in patients with cerebrovascular events, Archives of Internal Medicine, 169 (16)
Un ictus ha spesso conseguenze drammatiche, che in molti casi potrebbero essere contenute intervenendo con tempestività sulla persona colpita. Un’esperienza tedesca mostra come una campagna informativa che prevede l’invio postale di informazioni chiare e sintetiche su come riconoscere l’ictus e cosa fare nel caso si presentino i sintomi, possa ridurre sensibilmente i tempi di arrivo all’ospedale.
Una massiccia campagna mediatica sull’ictus può cambiare l’uso dei servizi sanitari?
Mellon et al. (2013), Can a media campaign change health service use in a population with stroke symptoms? Examination of the first Irish stroke awareness campaign. Emergency Medicine Journal 31(7)
Riconoscere i sintomi dell’ictus e ricorrere tempestivamente ai soccorsi può ridurre significativamente l’incidenza delle conseguenze da esso provocate. Uno studio condotto in Irlanda mostra come una massiccia campagna mediatica, volta ad informare i cittadini sui principali sintomi dell’ictus e realizzata in più tempi attraverso ripetuti passaggi televisivi e radiofonici, incide poco sui comportamenti che essi tengono in situazione di emergenza.
Attività di gioco organizzato durante l’intervallo aiutano a ridurre il bullismo a scuola?
Bleeker M. et al. (2012). Findings from a randomized experiment of Playworks: Selected results from cohort 1. Report prepared for the Robert Wood Johnson Foundation by Mathematica Policy Research and Stanford University's John W. Gardner Center for Youth
Per contrastare il bullismo è stato implementato negli Stati Uniti il programma Playworks, il cui fulcro è la figura del coach che organizza attività di gioco strutturato durante la ricreazione e supporta l’insegnante durante le lezioni. Al termine del primo anno di implementazione Playworks ha mostrato un effetto positivo sulla percezione del clima scolastico da parte di insegnanti e dirigenti, mentre non ha avuto effetto dal pinto di vista degli studenti.
Un servizio di orientamento può modificare le aspettative degli studenti rispetto all’università?
Oreopoulos P., Dunn R. (2012), Information and college access: Evidence from a randomized field experiment, NBER Working Paper n. 18551
La prospettiva di non andare all’università può essere frutto di una scarsa conoscenza di ciò che comporta l’iscrizione, anche in termini economici e di ritorno dell’investimento. Un intervento realizzato in Canada, che consiste nel fornire informazioni sui costi universitari, le forme di sostegno finaziario e sui potenziali ritorni economici si è rivelato in grado di incidere notevolmente sulle aspetattive degli studenti, sopratuttto su quelle dei più indecisi.
La qualità didattica dell’e-learning è pari a quella dei corsi frontali?
Bowen et al. (2014), Interactive Learning Online at Public Universities: Evidence from a Six-Campus Randomized Trial, Journal of Policy Analysis and Management, Vol. 33, n.1
Dovendo gestire i corsi universitari a fronte di un aumento della proporzione tra numero di studenti e risorse disponibili si può incidere sui costi ricorrendo in luogo della didattica tradizionale all’e-learning. Un’esperienza di adozione di corsi ibridi (e-learning in piccola parte supportato dal docente) in sei università americane per l’insegmamento della statistica mostra che i risultati didattici sono sostanzialmente gli stessi dei corsi ordinari.
Un incentivo può spingere le imprese a stabilizzare i contratti dei lavoratori temporanei?
Ciani E., De Blasio G. (2015), Getting stable: an evaluation of the incentives for permanents contracts in Italy, IZA Journal of European Labor Studies, vol. 4, n.6
Gli incentivi alla stabilizzazione (contributi una tantum per stabilizzare rapporti di lavoro precari) sono una delle misure adottate per contrastare il fenomeno del lavoro precario. Una valutazione (sul Veneto) del sistema nazionale di incentivi previsti dal decreto del 05/10/2012 (12.000€ ogni stabilizzazione), stima un effetto positivo degli incentivi: con essi la propensione delle imprese a stabilizzare i contratti dei propri dipendenti raddoppia.
