Evasione fiscale delle imprese: l’invio di una lettera ne modifica i comportamenti?

AMBITO DI POLICY: Giustizia, Imprese
STRUMENTO DI POLICY:
Informazione
PAESE:
Centro-Sud America
DISEGNO DI VALUTAZIONE:
Esperimenti

Il mancato pagamento dell’IVA è una delle maggiori componenti dell’evasione fiscale in Italia. Nel 2020 il mancato gettito era stimato in 26 miliardi, praticamente il doppio di paesi come Francia e Germania. Nel 2015 lo stesso problema è stato affrontato in Uruguay semplicemente spedendo una lettera alle (piccole e medie) imprese, e verificando in che misura lettere con diversi contenuti agissero sui loro comportamenti. In generale vi è un effetto positivo delle lettere, sia di quelle che sollevano la questione etica sia (soprattutto) di quelle che informano sui rischi di controllo a cui ogni impresa è esposta. Le lettere paiono avere agito più sulla leva della paura che su quella dell’informazione, e dopo il primo anno (in cui il recupero dell’IVA è stato notevole) i loro effetti si sono ridotti fino quasi a scomparire.

Bergolo M., Ceni R., Cruces G., Giaccobasso M., Perez-Truglia R. (2023), Tax audits as scarecrows: evidence from a large-scale field experiment, American Economic Journal: Economic Policy, vol. 15, n.1.

AUTORE DELLA SCHEDA: Luca Mo Costabella

ObiettivoAspetti principaliRisultati
- Ridurre l’evasione dell’IVA- Target: piccole e medie imprese
- Invio di una lettera informativa
- Diversi contenuti possibili: richiami etici, e informazioni sui rischi dell’evasione
- La lettera ha prodotto un notevole aumento dell’IVA versata, ma solo nel primo anno
- Il meccanismo che ha funzionato meglio è quello della paura dei controlli
Parole chiave: evasione, imposte, IVA, lettera, comunicazione, minaccia, norma sociale, nudge, spinta gentile